Don Lorenzo Milani

don Lorenzo Milani a Barbiana con i suoi ragazzi

«Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri.» (don Lorenzo Milani)

52 anni fa, il 26 giugno 1967, moriva don Lorenzo Milani.

Don Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti nasce a Firenze il 27 maggio 1923 e qui muore, a 44 anni, il 26 giugno 1967.
Don Milani è stato un sacerdote, insegnante, scrittore ed educatore italiano.
Il destino mi ha dato in dono prezioso un Padre professore, una mamma eccezionale ed ottimi insegnanti alle scuole medie e al liceo classico: hanno saputo guidarmi nelle mie letture. Avevo quindici anni quando ho letto per la prima volta Lettera a una professoressa; sono testi che lasciano dentro un’impronta indelebile.

Link a L’alfabeto di Don Milani, nel blog “Nessunoescluso”

“Io vi pagherei a cottimo. Un tanto per ogni ragazzo che impara tutte le materie. O meglio, multa per ogni ragazzo che non ne impara una. Allora l’occhio vi correrebbe sempre su Gianni. Cerchereste nel suo sguardo distratto l’intelligenza che Dio ci ha messa uguale agli altri. Lottereste per il bambino che ha più bisogno, trascurando il più fortunato, come si fa in tutte le famiglie. Vi scegliereste di notte col pensiero fisso su lui a cerare un modo nuovo di far scuola, tagliato a misura sua. Andreste a cercarlo a casa, non vi dareste pace perché la scuola che perde Gianni non è degna di essere chiamata scuola.”

“Sulle pareti della mia scuola c’è scritto grande ‘I care’. E’ il motto intraducibile dei giovani americani migliori: ‘Me ne importa, mi sta a cuore’. E’ il contrario esatto del motto fascista ‘Me ne frego’.”

“Ho voluto più bene a voi che a Dio ma ho speranza che lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto al suo conto.”

“L’operaio conosce 100 parole, il padrone 1000. Per questo è lui il padrone.”

“Il maestro deve essere per quanto può un profeta, scrutare i segni dei tempi, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e noi vediamo solo in modo confuso.”

“La scuola ha un problema solo: i ragazzi che perde: La vostra scuola dell’obbligo ne perde per strada 462.000. A questo punto gli unici incompetenti di scuola siete voi che li perdete e non tornate a cercarli.”

“[I miei ragazzi] devono imparare almeno tre lingue perché le barriere spariranno e vivremo a contatto con persone che parlano lingue diverse.”

“Lo abbiamo visto anche noi che con loro [i ragazzi difficili, i bocciati] la scuola diventa più difficile. Qualche volta viene la tentazione di levarseli di torno. Ma se si perde loro, la scuola non è più scuola: è un ospedale che cura i sani e respinge gli ammalati.”

“Il fine ultimo della scuola è dedicarsi al prossimo; quello immediato, da ricordare minuto per minuto, è di intendere gli altri e di farsi intendere.”

“Devo tutto quello che so ai giovani operai e contadini cui ho fatto scuola. Quello che loro credevano di stare imparando da me, sono io che l’ho imparato da loro. Io ho insegnato loro soltanto ad esprimersi, mentre loro mi hanno insegnato a vivere.”


La riforma di Don Milani

“Perché il sogno dell’uguaglianza non resti un sogno, vi proponiamo tre riforme:
1- Non bocciare
2- A quelli che sembrano cretini dargli la scuola a tempo pieno
3- Agli svogliati basta dargli uno scopo.”


Speciale TG1 su Don Lorenzo Milani


icona pdf Link (esterno a questo blog) a Lettera a una professoressa (formato .pdf)